L’Abruzzo, incastonato tra gli Appennini e l’Adriatico, è una regione ancora lontana dal turismo di massa e, proprio per questo, capace di grandi sorprese.

Iniziamo il nostro tour con una passeggiata a Pescara dove, insieme alla guida, conosceremo uno dei personaggi più famosi, e discussi, del ‘900: Gabriele D’Annunzio, lo scrittore che “visse la propria vita come un’opera d’arte” e che, nella sua città, fece costruire un’opera d’arte vera e propria: la cattedrale di San Cetteo.

La chiesa, infatti, fu edificata nel 1927 anche grazie all’intervento del poeta, la cui casa si trova poco lontano. D’Annunzio è ricordato per il suo edonismo e per la capacità di cogliere il piacere, qualunque esso fosse…e noi possiamo cominciare con i “Parrozzi”, dolci di mandorle e semolino ricoperti di cioccolato, a cui il Vate dedicò persino un sonetto.

Il secondo giorno visiteremo Atri, adagiata su uno sperone tra querce e ulivi di fronte a quel mare, l’Adriatico, che deve il suo nome -pare- proprio a questa cittadina.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita tra il XIII e XIV secolo, racchiude un ciclo di affreschi meravigliosamente complesso e allo stesso tempo ordinato; le pitture risalgono al 1465, opera di Andrea de Litio, artista di cui sa pochissimo, come pochissimo si sa anche di Paolo de Garviis, l’autore del battistero in marmo bianco di inizio XVI secolo, lavorato con finezza orafa.

Avremo il tempo per visitare anche il borgo di Silvi o, ancora meglio, con la nostra macchina arriveremo alla riserva naturale dei Calanchi, un paesaggio che può essere solo immaginato: così unico che per alcuni ricorda le Bolge descritte da Dante.

Il giorno successivo ci sposteremo a Guardiagrele, definita da D’Annunzio “la città di pietra”, per gustare anche le “sise delle monache”, dolce dalle forme allusive e dal nome peccaminoso.

La città, ricca di scorci pittoreschi, è all’interno del Parco della Majella, che custodisce un terzo delle specie vegetali di tutta la flora italiana.

Attraversando colli e dorsali, arriveremo a Chieti, con vestigia antichissime, dominata dalla Cattedrale di San Giustino; attenzione però… la chiesa fu ristrutturata tra il 1931 ed il 1936 e l’aspetto medievale, in realtà, è dovuto al XX secolo. Non siete convinti? Guardate attentamente gli angoli della cupola e..troverete dei fasci littori!

Si proseguirà dunque verso Pacentro, dominato da un antico castello.

Il minuscolo borgo è più famoso in America che in Italia: ha dato i natali ai nonni di Madonna, a quelli paterni di Mike Pompeo, Segretario di Stato di Donald Trump, e tanti altri americani!

Il giorno successivo, in compagnia della guida, saremo a Sulmona, la città di Ovidio, autore delle “Metamorfosi”. Visiteremo la Cattedrale, sorta nel VII secolo e ricostruita nel 1076, il palazzo della Casa Santa dell’Annunziata, capolavoro gotico rinascimentale, e la Chiesa di S. Francesco della Scarpa, del XIII secolo ma ricostruita dopo il terremoto del 1706. Nel pomeriggio avremo il tempo per visitare Scanno che, con il suo lago, affascinò anche il famoso fotografo Henri Cartier-Bresson.

Negli ultimi tre giorni viaggeremo verso la costa: potremo fermarci a Badia Morronese, per visitare l’abbazia di Santo Spirito, fondata dal futuro papa Celestino V, quello che “fece il gran rifiuto” rinunciando al soglio pontificio e che Dante, per l’appunto, mise tra gli Ignavi…ma, soprattutto, ci rilasseremo nei dintorni di Ortona, il cui territorio è coperto per circa il 66% da vigneti! Una sosta in cantina sarà quindi obbligatoria, almeno per assaporare un vino rosso Ortona DOC, ottenuto dal vitigno Montepulciano.

Dopo aver trascorso la notte in agriturismo, il giorno successivo percorreremo 50 km, visitando Lanciano, tra il mare ed il parco della Majella, sino a giungere alla Costa dei Trabocchi.

Il nome di questo litorale, oltre 40 km di scogli e sabbia intervallati da colline e alti promontori, è dovuto alle antiche macchine da pesca su palafitte.

Pare che i trabocchi siano stati inventati dai Fenici, anche se i primi documenti risalgono al XVI secolo: delle oltre 50 macchine che punteggiavano la costa, oggi ne rimangono 27.

Sono veri grovigli di funi, legno, ferro e reti, che D’Annunzio paragonò a “ragni colossali, macchine che parevano vivere di vita propria”.

Lì potremo decidere se continuare le nostre visite (scegliendo tra l’Abbazia di San Giovanni in Venere o l’Eremo Dannunziano, dove lo scrittore visse il suo amore raccontato nel “Trionfo della morte”) spingendoci fino a Vasto o, semplicemente, perderci tra le acque cristalline di calette coperte da mirti, tamerici e ginestre.

Avete ancora qualche giorno a disposizione?

Per il mare, potremo spingerci sino a Peschici, nel parco del Gargano, a 160 km di distanza.

Preferite le montagne? Il Gran Sasso non ha nulla da invidiare al Texas o all’Arizona, con canyon brulli e tortuosi che han fatto anche da sfondo a tanti “spaghetti western”, tra cui la saga interpretata da Terence Hill e Bud Spencer.

Di sorprese ce ne sono ancora tante altre!

eugenio buffa di perrero