Continua il nostro giro nelle “terre degli Acaja”.

Volendo, si può fare tutto l’itinerario in bicicletta, lungo una serie di strade che fanno parte della “strada delle mele pinerolese”.

Quindi, invece che percorrere la solita strada statale verso Pinerolo, questa volta, dopo Airasca, preso il bivio per Buriasco, arrivate in breve tempo a Macello, un borgo tranquillo in mezzo alla bellissima campagna, un tempo famosa per la coltivazione della canapa.

Il piccolo comune è noto per il suo castello medioevale che emerge dal verde di un magnifico parco secolare, racchiuso nelle antiche mura. Noto agli studiosi per le sue sei meridiane, oggi è adibito a zona conviviale e ospita nelle cantine la Collezione Gioco e Giocattolo povero: dai bersagli con fucile a elastico, ai percorsi con i tappi, alle zucche musicali. Già da lontano lo notate per l’altissima torre centrale che svetta in mezzo ad alberi grandiosi. Fu costruito da Filippo, principe d’Acaja nel XIII secolo. Qui visse Antonio Bonifacio Solaro del Macello che nel ‘600 fondò i “Draghi gialli piemontesi”, il primo reggimento della nostra cavalleria che, cambiando poi denominazione, fu l’antenato dell’eroico Nizza Cavalleria di stanza a Pinerolo.

La grande epopea della cavalleria è nata proprio qui a Macello e, fino allo scorso secolo, tutta la campagna attorno a Pinerolo fu percorsa dai nostri cavalleggeri. Vale la pena dare uno sguardo al grandioso parco del Castello, prima di raggiungere le sponde del torrente Pellice che qui si allarga enormente… Infatti, tutto il territorio tra i Comuni di Garzigliana, Bricherasio e Macello è, dopo le vicine montagne, il primo immenso spazio di pianura che l’impetuoso torrente incontra nella sua galoppata verso il Po, tra Villafranca Piemonte e Pancalieri.

Spero che la giornata sia bella: se vi siete portati il costume da bagno, vale la pena riposare, prendere il sole e fare un bagno tranquilli in questo spazio immenso: tanto attorno non c’è nessuno!

A pochi minuti di strada, superato il nuovo grande ponte sul Pellice, arrivate nella “nuova” Garzigliana, ricostruita alla fine del ‘600 su di un poggio, dopo una delle tante grandissime alluvioni. A chi interessa fare una prova di paracadutismo, qui c’è un’esperienza da provare: nella vicina “aviosuperfice” vi potete lanciare in tandem (cioè con l’aiuto di un istruttore esperto) dai  4000 metri di quota in 60 secondi di caduta libera a 200km/h, per atterrare nel campo al bordo del torrente. Adrenalina pura! Potrete trovare tutte le informazioni e la possibIlità di prenotare su https://freedome.it/attivita/lancio-in-tandem-paracadutismo-a-garzigliana-to/.

Al di là della strada provinciale trovate poi una bella chiesa neogotica: è il Santuario di Montebruno, dedicato alla Madonna Consolatrice, ricostruito dopo l’ennesima alluvione. Il santuario è quasi attaccato ai resti dell’antico castello dei Rorengo Luserna di Campiglione. Nel 1592, in seguito all’occupazione francese di Bricherasio e di Cavour, il Duca Carlo Emanuele I di Savoia pose il suo quartiere generale proprio nel Castello di Montebruno. Durante gli scontri con i francesi nel territorio di Garzigliana vinsero i piemontesi, ma il castello fu distrutto e l’antica chiesa totalmente devastata.

Per gli amanti della storia dell’equitazione ricordo che l’impareggiabile cap. Federico Caprilli allenava proprio qui i sui uomini, costringendoli a scendere con il cavallo da questa riva ripidissima e pericolosa e insegnando loro il “Sistema Naturale di Equitazione”, basato sul principio di permettere al cavallo un movimento il più naturale possibile… Metodo che, all’epoca, fu una vera rivoluzione per l’impiego della cavalleria moderna in battaglia.

Rientrando verso la città, farmatevi a Osasco, dove come “gran finale” potrete ammirare lo stupendo castello costruito a metà del 1300 dai Principi di Acaja e circondato da un altro bellissimo parco con piante secolari. Dopo i Provana, dal 1436 è ancora abitato dalla Famiglia dei Cacherano di Osasco. La contessa Luisa d’Osasco ha creato una “Agrilocanda” ricavata dalla ristrutturazione degli antichi cascinali adiacenti, all’interno delle mura di cinta. Perché, invece di rientrare in città, non vi fermate a dormire in questo posto stupendo, ricco di storia? Per prenotare, scrivete una mail a: castellodiosasco@gmail.com

Carlo Buffa di Perrero

Presidente, Promotur Viaggi