A Roma, il 2 giugno, ha finalmente riaperto la mostra “Raffaello”, la grande rassegna organizzata in occasione dei 500 anni dalla scomparsa dell’artista.

Se non avete voglia di immergervi nel caos della Capitale (città che non finisce mai di stupire) ma siete curiosi di scoprire l’ambiente in cui si formò il pittore… allora le Marche sono la vostra destinazione!

Prendiamo, dunque, la macchina (o eventualmente, noleggiamola in loco) e incontriamo la nostra guida a Urbino, dove nacque, nel 1483, il “pictor divinus”.

Raffaello non ebbe il genio eclettico di Leonardo o la forza di Michelangelo, ma riuscì a soggiogare il suo secolo, e quelli successivi, con la sua grazia. Qualcuno ha detto che rubò agli Antichi il segreto della Bellezza, rendendola a noi, eterna e contemporanea: andiamo quindi a visitare i luoghi, oggi ancora intatti, dove visse l’artista, prima di arrivare a Roma.

La prima tappa del nostro tour è proprio l’umile casa natale, acquista nel 1873 da Morris Moore, londinese innamorato dell’Italia, e poi donata all’Accademia Raffaello, che qui ha la sua sede.

Tra queste mura, sotto la guida paterna, il giovane Raffaello imparò a mescolare i colori.

Il quartiere, da solo, vale già la visita: con tanti palazzi, “di perfetta materia, di pietra gentilmente lavorata”, come già raccontava Bernardino Baldi nel XVI secolo.

Ma Urbino merita anche per l’Oratorio di San Giovanni Battista, con gli affreschi dei fratelli Salimbeni che, pur senza mai spostarsi dalla regione, riuscirono misteriosamente ad assimilare il cosmopolitismo del Gotico Internazionale, con quei dettagli che si possono ritrovare in Francia o in Boemia.

E poi, naturalmente, c’è il Palazzo Ducale,  con “tante stanze quanti sono i giorni dell’anno”, come disse Montaigne, visitando la reggia quando era ancora vivo l’ultimo duca.

Qui, all’interno della Galleria Nazionale, potremmo perderci tra le innumerevoli opere, ma una visita a cura della nostra guida si soffermerà senz’altro su una delle più misteriose tavole di tutti i tempi,  “la Flagellazione”, e sulla “Madonna di Senigallia”, entrambe di Piero della Francesca.

II museo è ricco di tanti altri piccoli capolavori, che potrebbero passare inosservati, se non fossimo accompagnati da un’esperta.

Ogni giorno, in compagnia della nostra guida, percorreremo in macchina 50 km, ma non visiteremo solo musei…che poi, la Bellezza è importante,  ma se è troppa si rischia di essere sopraffatti!

E allora, dopo aver visitato la “Domus del Mito”, con straordinari mosaici, avremo tempo per assaggiare il tartufo nero a Sant’Angelo in Vado, incantevole paese medievale dove si tiene la più antica fiera dedicata a questo misterioso fungo ipogeo. Tranquilli, degusteremo anche i vini locali ma…attenzione, ricordatevi che, guidando, non dovrete esagerare: i vini marchigiani, che nascono tra l’Appennino e il mare, annoverano 5 DOCG e 15 DOC, per cui  potreste passare un mese a provarli tutti!

Passeggeremo poi tra le strette strade di Frontino e Sassocorvaro, borghi arroccati e suggestivi, e visiteremo il Monastero di Montefiorentino, immerso nel bosco e fondato, sembra, da San Francesco. Fu proprio per questo convento che, nel 1476, Alvise Vivarini, ultimo erede dell’omonima bottega,  firmò il suo primo polittico, splendida testimonianza tra Gotico e Rinascimento, oggi esposto alla Galleria Nazionale di Urbino.

Nel piccolo borgo di Carpegna, ai piedi del monte omonimo, visiteremo ancora la pieve romanica di San Giovanni e poi andremo verso San Leo, adagiato su un enorme masso, per assaporare il prosciutto crudo DOP,  già famoso nel XV secolo, per i suini allevati allo stato brado.

San Leo è conosciuta per la fortezza del XV secolo e per la cattedrale dell’XII secolo, così affascinante da esser presente persino nell’anime giapponese “Lupin III, l’avventura italiana”!

Gli ultimi giorni saranno dedicati al borgo di Sant’Agata Feltria, con la fortificazione di Rocca Fragoso, che ospita un museo intitolato “La Rocca delle Fiabe” dove, tra le varie curiosità, c’è anche la scarpetta di Cenerentola, donata da Ferragamo…

E poi, andremo a Pennabili, nell’alta Valmarecchia, dove lo scrittore Tonino Guerra, ha dato vita a un  un insolito progetto: l’“Orto dei frutti dimenticati”, quasi un museo all’aria aperta, in cui, tra opere d’arte e meridiane, si trovano alberi da frutto autoctoni che stavano scomparendo.

L’ultimo giorno, infine, andremo all’estero (!) visitando San Marino, la più antica Repubblica al mondo, fondata, secondo la leggenda, addirittura nel 357 a.C.

Con la “scusa” di celebrare Raffaello, siamo partiti da Urbino, scoprendo, in pochi chilometri, tanti tesori artistici, dormendo in borghi pittoreschi e assaporando numerose prelibatezze…se tutto ciò non vi è ancora bastato e avete ancora un po’ di tempo, potrete trascorrere qualche giorno a Gabicce Monte, tra l’azzurro del cielo e del mare, nel parco di Monte San Bartolo.

L’Italia è tutto questo, e tanto altro ancora. Perché, come disse Le Corbusier, a proposito delle Marche: “si viene qui per meravigliarsi, e non si fallisce”.

eugenio buffa di perrero