Girovagando ancora nelle “terre” dei Principi d’Acaja, questa volta arriviamo fino a Volvera.
Vi conviene impostare il navigatore per trovare subito il “Palazzotto Juva”, via Agnelli, Cascina Pascolo nuovo 77. Dopo il grigiore delle periferie incontriamo il verde della campagna e il giallo del grano. Ed ecco spuntare il “Palazzotto Juva”.
È incredibile come questa vecchia “Cascina del Pascolo Nuovo” risalente a metà del 1600 sia sopravvissuta ai secoli, alle guerre e alla frenetica urbanizzazione dei terreni confinanti. La cascina insieme e le 215 “giornate” di terreno erano di proprietà del Conte Gettullio Piossasco di Rivalba, archibugiere del duca di Savoia ed insignito del collare dell’Annunziata.
L’architetto Liliana Canavesio, attuale proprietaria sarà ben lieta di accogliervi (ha aperto il 31 maggio) per lasciarvi girare liberi nel parco e nel giardino, ricco ora dalle fioriture dei prunus, degli alberi da frutta, tra cui la pianta del cacao. A vostra disposizione c’è una comoda area pic-nic attrezzata con tavolini e sedie per gustare un piccolo spuntino.
In mezzo a importanti opere di arte moderna e contemporanea, potrete ammirare l’incredibile serie di affreschi e dipinti murali a tempera in stile neoclassico del pittore Pompeo Mariano. Le opere ornano le volte dei saloni del piano terra: paesaggi e castelli del Palatinato, tra cui il castello di Heidelberg, affacciato sul fiume Neckar .
Proseguiamo verso Airasca, che già da lontano si nota per l’alto campanile della chiesa di San Bartolomeo. Agli amanti della bicicletta, ricordo che da Airasca inizia una magnifica pista ciclabile per Villafranca lunga 16 chilometri sulla ex tratta ferroviaria e con un ponte riservato sul Po.
Subito dopo Airasca, conviene fermarsi un momento nel centro di Cercenasco per vedere la Cappella di Sant’Anna, affrescata alla fine del XIV secolo da un geniale pittore purtroppo anonimo, ma che ha lasciato importanti opere tra Pinerolo e la val Susa e noto con l’appellativo di “Maestro di Cercenasco”. Qui potrete ammirare gli episodi delle Storie della Vergine distribuiti fra le quattro vele dell’abside.
Ritorniamo verso Torino, ma invece di raggiungere subito la città, fermiamoci a Piobesi per ammirare una delle più belle ville di campagna del ‘700.
Soprannominata “La Paesana” per via del committente, il conte Baldassarre Saluzzo di Paesana e Castellar, questo grandioso palazzo fu realizzato sul disegno dell’ingegner Gian Giacomo Plantery, lo stesso celebre architetto che al tempo di Vittorio Amedeo II costruì a Torino i palazzi dell’intero quartiere che è delimitato da piazza Savoia, via Bligny e via della Consolata, dove c’è il monumentale portone d’ingresso.
La villa arrivò poi a Modesto Gautier, da cui discendono gli attuali proprietari, i conti Gautier di Confiengo che ai primi dell’800 ingrandirono il parco affidando i lavori al celebre Xavier Kurten, architetto di giardini d’origine tedesca, attivo per la committenza sabauda a Racconigi, Pollenzo, Agliè.
Ancora oggi il parco, esteso su tre ettari, comprende varietà botaniche esotiche, come tassodi e liriodendri, che venivano spesso importate in Occidente dai cosiddetti “cacciatori di piante” e vendute a caro prezzo all’aristocrazia europea. Non mancano le nostre specie locali, come roveri, tigli, carpini, aceri, olmi, pini, quasi a riprodurre un lembo di foresta piemontese, in cui potete veder volare gli aironi frequentemente.
E con il ricordo di un bosco magico e incantato… a così pochi chilometri da Torino, il ritorno in città sarà più lieve.
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